Surf, come cavalcare l’onda

Surf, come cavalcare l’onda

Aprile 5, 2021 0 Di Sandro Parets

Non è facile praticarlo in Italia perché non ci sono molti luoghi in cui cavalcare le onde, anche se qualcuno c’è. Ma non per questo il surf ha mancato di affascinare parecchie persone anche nel nostro Paese. Si tratta di uno sport che evoca mari lontani, meglio oceani, come quello Pacifico, e luoghi mitici, per i surfisti, come le Hawaii, ma anche la California e alcune località sull’Atlantico nei territori spagnoli, francesi e portoghesi.
In linea di massima possiamo dire che il surf è uno sport acquatico che consiste nel ‘cavalcare’, come si suol dire in gergo, le onde utilizzando una tavola da surf. La tecnica consiste nel planare lungo la parete dell’onda restando in piedi sulla tavola.
Ovviamente le vere protagoniste di questo sport, oltre all’uomo o alla donna che le utilizza, sono le tavole da surf. Questa hanno misure che variano non solo in base all’altezza e al peso dell’atleta, ma anche in base allo stile ed alla dimensione dell’onda. Per surfare le onde più grandi si usa una tavola gun, molto lunga e appuntita a prua e anche a poppa, dato che a volte l’onda è talmente alta e ripida, che l’unico contatto che si ha con la parete dell’onda stessa rimane solo la punta posteriore e la monopinna del gun.

La maggioranza delle tavole da surf moderne sono realizzate a partire da schiuma speciale di poliuretano resistente ai raggi UV-A (con uno o più listelli longitudinali di legno, o stringers), fibra di vetro (fiberglass) e resina di poliestere. Le più moderne tecnologie consentono la creazione di tavole in resina epossidica. Questo materiale rende le tavole più forti e leggere rispetto a quelle tradizionali in resina poliestere e fibra di vetro (quest’ultima è unicamente una matrice di supporto che viene impregnata di resina).

Lo stile di surfing più classico e fluido è detto longboard, che si pratica con tavole molto lunghe e con la prua arrotondata, secondo uno stile che si perde nelle origini stesse di questo sport. È molto diffuso nel mondo e ha delle competizioni dedicate.

Il surf sarà inserito nel programma dei giochi mondiali, manifestazione che racchiude sport non inclusi tra i giochi olimpici, fino al 2018, in quanto dai Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo, nel 2021 anche il surf diverrà disciplina olimpica.

Le prime rudimentali tavole erano solitamente costruite legando assieme tre tronchi cavi piegati verso l’alto sulla prua. L’esploratore James Edward scriveva nel 1835 trovandosi nella Guinea che “potevamo osservare dei ragazzi che nuotavano nel mare, con delle tavole leggere al di sotto della pancia. Aspettavano un’onda e poi si lasciavano trascinare a riva ergendosi su di essa come fosse una nuvola. Si diceva tuttavia che degli squali di tanto in tanto sbalzassero da dietro gli scogli e li inghiottissero” Bandito nell’epoca delle colonizzazioni dai missionari calvinisti, a causa delle nudità esposte dai polinesiani dell’epoca, il surf venne ripreso con interesse tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Oggi è d’uso comune fra i surfisti appiccicare anche adesivi creati ad hoc per personalizzare le proprie tavole da surf e renderle uniche.

Un basilare contributo alla diffusione del surf dalle Hawaii verso il resto del mondo venne dall’hawaiano Duke Kahanamoku il quale, futuro campione di nuoto scoperto da un talent-scout, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Stoccolma e a quelle di Anversa del 1920, nel corso dei suoi viaggi agonistici portò il surf sulle coste statunitensi ed australiane.

La massima diffusione del surf da onda si è avuta negli anni sessanta e settanta, quando le onde venivano surfate su tavole piuttosto grosse (longboard). Una svolta significativa è stata data dall’invenzione dello shortboard (tavoletta), di misura più piccola e con tre pinne (thruster). Dalla metà degli anni ottanta ai giorni attuali la tecnica si è evoluta particolarmente in fatto di velocità e alla ricerca di manovre aeree (aerials). Uno dei personaggi più celebri del surf da onda a livello mondiale è stato Greg Noll, “Da bull”, che divenne famoso a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.

Il surfista che ha vinto più titoli e competizioni in assoluto è Kelly Slater, che nel 2011 ha firmato per l’undicesima volta la vittoria del campionato mondiale professionisti all’età di 39 anni.